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Battaglia di Novi

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“La Prima Campagna d’Italia” di Napoleone (1796), provocò nella struttura politica e territoriale della penisola un vero e proprio terremoto: stati secolari scomparvero, antichi confini furono cancellati tra l’entusiasmo dei giacobini che manifestarono la loro gioia innalzando “alberi della Libertà” ed i primi tricolori.

Ma le speranze concepite andarono presto deluse: i “liberatori” tennero una spietata condotta di guerra; alle requisizioni, ai saccheggi si aggiunse il fatto che le autorità politiche e i militari francesi preferirono appoggiarsi alla borghesia moderata, ai proprietari, al patriziato, isolando come estremisti i giacobini.
Fu perciò impossibile formulare una politica sociale capace di riscuotere il consenso delle masse.
I Francesi, a Pozzolo, vennero considerati dei conquistatori e così il motto "libertè, égalitè, fraternitè" fu trasformato dalle popolazioni fraschetane in “i fransèis en carosa e nui a pé”.

Nel 1799 fu organizzata una nuova coalizione contro la Francia; Austriaci e Russi sotto il comando dei generali Melas e Suvarov entrarono il 9 giugno nel Tortonese e si disposero sulla linea Bosco - Pozzolo - Rivalta e sul fronte opposto i Francesi del generale Joubert.
Il Suvarov pose il suo comando a Pozzolo in castello; nella Casa Comunale si stanziarono gli Austriaci comandati dal generale Karatzhaij, i quali per scaldare il loro rancio bruciarono i documenti dell’archivio comunale; presso la Cascina “i Confini” prese alloggio il principe russo Bragathion.
La mattina del 15 agosto iniziò lo scontro tra gli eserciti avversari, al primo assalto fu ferito, presso Basaluzzo, il generale Joubert, trasportato a Novi, morì in Palazzo Durazzo.

"La Battaglia di Novi" ebbe esito incerto per lungo tempo; inizialmente la fortuna sembrò arridere ai francesi, ma dopo lunghe ore di lotta le imponenti forze russe - austriache riuscirono ad avere la meglio, più per gli errori e la mancanza di piani militari dei comandanti transalpini, che per la genialità dei coalizzati.
Nelle incursioni successive (25 agosto, 6 settembre vinte dal generale francese Massena) la chiesa e il convento di San Marziano di Pozzolo, furono distrutti a colpi di cannone.

"La Battaglia di Novi" fu una delle più sanguinose dell’intera campagna, ed ebbe conseguenze importanti: i Francesi furono cacciati dal Piemonte, Genova fu assediata, in tutta l’Italia il dominio dei transalpini sembrò definitivamente crollato.
Tuttavia la vittoria degli alleati fu di breve durata: il 14 giugno 1800 Napoleone li sconfisse a Marengo, ma … per le genti della Fraschetta, cambiò solo il nome dei "Dominatori".

Nel 1999, in occasione del bicentenario della Battaglia di Novi si sono svolte una serie di manifestazioni commemorative tra le quali una grandiosa simulazione della battaglia, organizzata dal Comune di Novi Ligure con il coinvolgimento di altri comuni, tra cui Pozzolo Formigaro, e di gruppi storici degli stati coinvolti nel conflitto.

Il particolare interesse storico della Battaglia di Novi richiede un approfondimento al quale si rimanda indicando la seguente bibliografia:

* «La Battaglia di Novi» di Temistocle CELOTTI
* «La Battaglia di Novi» di V. A. TRUCCO
* «La Battaglia di Novi» di Edouard GACHOT
* «Gallia contra omnes» di A. F. TRUCCO