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Torretta di Guardia

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Pozzolo, il nostro paese, non ha più segreti per noi.
Siamo tutti convinti di conoscerne ogni pietra, ogni cortile, ogni angolo più riposto e nascosto, ma non vi è nulla di più errato perché anche un paese come il nostro, che sembra così privo di mistero, ci può ancora riservare qualche sorpresa.

Il particolare manufatto di cui voglio parlare è sempre stato alla vista di tutti, ma, timido, sporge di poco dai tetti di Piazza Italia, si nasconde fra gli alberi di un orto di via Principe Oddone.

Esso ha la venerabile età di almeno quattrocento anni!
Se non avete ancora capito, vi dirò che è la torretta di guardia del muro di cinta del Castello, l'ultima superstite di quante si ergevano sul giro di mura che circondavano il borgo.

Nel libro di don Severino Ghezzi, "Pozzolo 800", se ne accenna più volte chiaramente.
Questo muto testimone del tempo passato è un brandello del muro di difesa del castello; altre tracce sono visibili nel cortile dei Silvano-Gavazza; nell'orto della Chiesa di San Martino, sotto poca terra coltiva si sentono le fondamenta, che proseguono nella cantina di casa Ferretti. Dietro la scuola elementare, il muro, che venne demolito negli anni '50, ricompare, assai manomesso, vicino al castello.

Da un esame della cartografia antica esistente nell'Archivio di Genova, e in particolare della carta del 1609 di Silvio Bonamano, appare molto chiaramente il sistema difensivo del borgo di Pozzolo Formigaro.
Sulla cinta muraria si ergevano circa sei torrette o posti di guardia nei punti strategici.

Il tutto è disegnato in modo molto semplice, ma efficace. La guardiola residua sorge sul muro di contenimento in mattoni che separa il cortiletto di proprietà Silvano-Gavazza-Arata dall'orto della Chiesa di San Martino (antico ex cimitero intra moenia).
Per osservarla bene occorre entrare in questo cortile oppure individuarla fra l'intrico dei rami dell'orto, meglio in inverno quando non ci sono le foglie.

Il punto era strategico, infatti, sotto, passava la strada maestra che veniva da Tortona e, proprio lì sorgeva l'antico forno del Comune, di origine medioevale; come ricorda Severino Ghezzi, tutti i popolani vi dovevano cuocere il pane e dare come regalia, oltre al pagamento della cotta, la più bella "micca" al signore feudale del Castello. E sulla torretta costruita lì dietro in mattoni, sorge una stanzetta vera e propria in terra battuta; con due finestre ad arco acuto e una porta che dava sul camminamento di ronda; il tetto è in coppi, purtroppo un po' malandato.

L'importanza di questa struttura è notevole, proprio perché è l'ultimo modesto relitto del complesso difensivo del castello.
Il fatto che sia arrivata quasi intatta fino a noi, nonostante il passare dei secoli, sembra un miracolo, ma si spiega benissimo; per secoli, dopo aver esaurito il compito di baluardo, ha sorvegliato con la sua muta presenza il sonno eterno dei nostri antenati che venivano a riposare in quel fazzoletto di terra consacrata vicino al loro San Martino, la chiesa che li aveva battezzati, comunicati, sposati, e che offriva loro anche l'ultima dimora.

E' bene dunque che le cose siano andate così, ma oggi noi Pozzolesi, per rispetto ai nostri vecchi, dobbiamo fare qualche cosa per questa antica torretta, in modo che tutti la conoscano e la possano ammirare lì dove si trova; si dovrebbe provvedere con urgenza almeno ad un restauro conservativo che le permetta di poter affrontare altri secoli, perché possa parlare ai posteri, di noi Pozzolesi del XX secolo.