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Affreschi delle Ghiare

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Sulle pareti della Chiesa della Madonna delle Ghiare in Pozzolo vennero dipinte, durante successivi periodi, figure di Santi e Madonne, alcune delle quali sono scomparse sotto l’intonaco, altre sono state rimosse e restaurate, e solo poche sono rimaste sul posto, di quelle appartenenti al ciclo seicentesco.

Risalgono infatti a due periodi ben diversi i dipinti della Madonna delle Ghiare in Pozzolo: oltre il gruppo che attualmente si può vedere ancora sul posto, esiste un gruppo di pitture quattrocentesche, staccate, restaurate, e oggi nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale.

a) Il ciclo quattrocentesco
Elenchiamo questi dipinti immaginando di vederli ancora sulla parete di sinistra, entrando in chiesa, dove non è rimasta che qualche scialba sinopia.

  • Prima campata di sinistra: "Madonna con il Bambino".
    Forse le figure si sviluppavano anche nell’altra campata e, irrimediabilmente perdute, sono quelle che      ornavano il presbiterio.
  • Prima campata a destra vicino alla porta: "San Biagio", "San Francesco", "Santa Lucia", "Madonna con il      Bambino" (detta anche "Madonna della Rosa").

Da rilevare, considerando questi muri ormai spogli, una interessante curiosità tecnica, che forse non si riscontra in altri dipinti della zona: il lavoro è stato eseguito dal pittore su muri di terra battuta, che riempiono le arcate in muratura che partono dal suolo.
Anche per la costruzione della Chiesa si era impiegata la tecnica costruttiva comune in tutti i luoghi: terra battuta, pietrame e mattoname. E su questa terra battuta il pittore non ha esitato a collocare le sue figure, che hanno sfidato armi e secoli.

Non si saprà mai chi fu l’autore, e in quanto si dice in proposito appartiene a congetture verosimili o solo probabili al vaglio di una ragione critica. Ma nella ricerca dell’autore di questi dipinti quattrocenteschi di Pozzolo vorremmo ricordare anzitutto la voce che tradizionalmente li attribuisce alla Scuola dei Fratelli Bosilio di Castelnuovo Scrivia, anche se nessun critico d’arte faccia un chiaro riferimento a questi pittori: quando si è fatto un cenno a Franceschino, ci si è messi in contraddizione con quanto si era invece affermato altre volte.

Questa Scuola Tortonese faceva capo a due presunti fratelli pittori: Manfredino e Franceschino. Si sa che lavoravano nell’Abbazia di Rivalta, a Pontecurone, a Castelnuovo, Castelletto e Gavi.
Che Franceschino possa essere l’autore della Madonna nella Chiesa delle Ghiare lo ha affermato la Gabrielli che ha avuto profonda cognizione e intuizione nell’ambito artistico locale.
L’insistenza e il ripetere di certe forme pittoriche e devozionali fa però pensare, più che ai due fratelli Bosilio, all’esistenza di pittori che si ripetevano, dipingendo iconografie e schemi di altri. Naturalmente quando si parla di artisti che ripetevano forme di altri, assimilate, bisogna per forza ricorrere a Manfredino e a Franceschino Bosilio, gli unici che hanno lavorato e lasciato in quell’epoca qualche testimonianza nelle nostre zone, e che noi con certezza conosciamo.

Fra tutti questi dipinti la "Madonna in trono con Bambino" è quello che presenta maggiori caratteri dell’arte dei Bosilio, mentre il pittore che ha eseguito Santa Lucia, San Biagio e San Francesco, malgrado le caratteristiche rosette, che sono una specie di sigla della Scuola, non andrebbe oltre la cerchia di un mediocre scolaro, che bene ha imparato il mestiere di ripetere i moduli dei Maestri. Tutto qui.
Chissà che sotto le imbiancature non vi siano altre pitture del ‘400, magari con la firma autentica dei Bosilio, come a Novi e Rivalta.
Ma al punto in cui siamo, l’assenza della firma, la moltitudine delle Chiese affrescate e a loro attribuite insieme ai motivi di critica interna, lasciano solamente nel regno del probabile un’attribuzione ai pittori tortonesi. Più verosimile il discorso sulla scuola.

b) Il ciclo seicentesco
Il secondo ciclo di pitture risale invece alla venuta in Pozzolo degli Agostiniani, che fecero eseguire altri dipinti devozionali, molti dei quali perduti come quelli quattrocenteschi: basterebbe ricordare come rimanga uno solo dei dodici Apostoli che ornano le colonne.


Ecco quanto rimane:

  • nella terza campata, alla sinistra di chi entra, "Martirio di San Sebastiano".
  • nella terza campata di destra "Crocifisso in mezzo ai Sante Fermo e Bovo".
  • sulle lesene rimane ancora un solo Apostolo: "San Bartolomeo".

Non si tratta di opere di carattere rinascimentale come l’ambiente per cui erano stati dipinti, ma di un lavoro di maniera che prelude al barocco, donando però all’edificio una singolare nota d’insieme.

Le figure hanno più un carattere devozionale che artistico; ma in questo campo rimangono documento di una certa immediatezza, quantunque unita a superficialità d’indagine, e di una eccessiva indulgenza alle posa e al sentimento fortemente espresso, come appunto il Seicento prediligeva.

Dall’ex convento della Madonna delle Ghiare ci perviene pure una interessante scultura lignea policroma raffigurante una Madonna con Bambino del secolo XVI.

Sui muri tracce di sinopie e una Trinità del Boxilio. Un affresco raffigura San Bartolomeo; altri due grandi affreschi laterali rappresentano rispettivamente San Fermo e San Bovo (1610) e il martirio di San Sebastiano (1617).
Ai lati del presbiterio, statue lignee moderne dello scultore Efrem: Madonna con bambino e San Sebastiano.

Sarebbe buona cosa che la Chiesa di Santa Maria delle Ghiare riavesse la sua parte d’interesse per i Pozzolesi, e non solo per i Pozzolesi. Sarebbe cosa ancora migliore che il Monumento venisse reintegrato, per quanto possibile, ricollocandovi gli affreschi e il vecchio Simulacro della Vergine, insieme al grande quadro di san Bovo, come è stato fatto a Castelletto d’Orba nella vecchia Pieve di Sant’Innocenzo, diventata anch’essa Cappella del cimitero, dove sono ritornati dopo il restauro e un lungo soggiorno alla Galleria Sabauda, gli affreschi quattrocenteschi, che forse il medesimo Pittore della Scuola dei Bosilio aveva dipinto a Castelletto, come forse a Pozzolo.