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Chiesa di Santa Maria delle Ghiare

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LA STORIA
Dei due conventi di Pozzolo Formigaro, San Marziano e Santa Maria delle Ghiare, mentre del primo non rimane che il ricordo, del secondo esiste ancora quanto potrebbe servire a renderlo un centro di culto e di interesse artistico di indubbio valore locale e regionale.
San Marziano era situato fuori dal paese, sulla strada di Novi; il Convento delle Monache e l’edificio sacro di Santa Maria delle Ghiare si trovavano invece nella parte opposta del paese, vicino all’odierno Cimitero, di cui è diventata la chiesa.
Santa Maria delle Ghiare o Chiesa di San Sebastiano è la Chiesa più antica di Pozzolo Formigaro.
Pare che questo convento sorgesse dove già esisteva un’antica chiesa dedicata a San Michele arcangelo, che risaliva all'anno Mille ed era il Santo venerato dai Longobardi.
Il Sacro luogo era dipendente dai Monaci di Sezzadio, anche se non sappiamo di certo se vi facesse parte una piccola comunità: la leggenda vuole che San Benedetto stesso, dopo la fondazione di Chiaravalle, passasse di qui, dopo una sosta a Pavia e a Tortona, prima di raggiungere Sezzadio.
Una bolla di Papa Celestino III, del 1182, conferma il titolo di San Michele di Puzol come dipendenza dell’abbazia di Sezzè, che allora si raggiungeva in breve tempo percorrendo la Via Aemilia Scauri, ormai interrotta in vari punti.
Sta di fatto che quando già esisteva la Fondazione Monastica maschile di Rivalta, eretta da Ascherio nel 1153, sorse a Pozzolo nel 1180 quella analoga femminile.

All’epoca della fondazione dell’abbazia cisterciense di Rivalta Scrivia (XII Sec.), qui sorse il monastero femminile di Sancta Maria Vallis Clarae.
Nel '400 le pareti in terra battuta erano affrescate con immagini di Santi della Scuola di Franceschino Boxilio: San Francesco, Santa Lucia, San Biagio e Madonna con Bambino (ora conservati nel castello).
Le Monache rimasero a Pozzolo circa cento anni e poi, a causa di guerre e disordini, lasciarono la Chiesa e il Convento in consegna al Rettore di San Martino, ma il loro ricordo è rimasto sempre vivo in Pozzolo, sia per il Convento fondato, sia per un preciso impegno di bene, anche se poi da loro non totalmente attuato.
Al principio del ‘600 la Chiesa passò definitivamente sotto la giurisdizione della Parrocchia di San Martino. Vennero chiamati da Tortona gli Agostiniani per officiarla e furono ampliati chiesa e Convento; nel 1624 fu costruito l’Ospizio che per molto tempo servì al paese.
Gli Agostiniani, ampliando e adattando Chiesa e Convento, pensarono di fare della Chiesa un centro religioso, quasi una grande sala di ascolto della Parola di Dio e della Verità Eterna.
Purtroppo anche gli Agostiniani nel 1807, con la soppressione di Napoleone, dovettero lasciare Chiesa e Convento; il complesso monastico passò al Comune e, inevitabilmente, perso il suo scopo di funzione di vita, decadde rapidamente. In più, per dar luogo al Cimitero nuovo, furono anche abbattuti nel 1820 chiostro e convento lasciando solo l’antico pozzo all’imbocco della “Via del Bosco
Nel Castello comunale sono visitabili presso la Sala del Consiglio, dove sono conservati, alcuni degli Affreschi delle Ghiare staccati dalla Chiesa e riconducibili alla Scuola Tortonese di Franceschino Boxilio - secolo XV.
Quello che tuttavia sembrava dar luogo, non solo al decadimento, ma anche al definitivo tramonto dell’opera iniziata dalle Monache e proseguita dagli Agostiniani, si mostrò provvidenziale nel dare alla vecchia chiesa lo scopo di Cappella Cimiteriale.
Un’ultima ingiuria venne a questo monumento durante la guerra 1915-1918, quando fu ridotto a magazzino e caserma.
Ma oggi ha ripreso la sua funzione: si presenta in tutta la sua imponenza ed eleganza, anche se il ritorno di tante opere che gli spettano potrebbe conferirgli maggior ricchezza, interesse e decoro.
La Chiesa, dedicata a Nostra Signora delle Ghiare o a San Sebastiano, oggi si trova oltre il passaggio a livello nei pressi del camposanto e dal 1974 è stata riaperta al culto.

L’ARCHITETTURA
Non rimane più nulla della leggendaria primitiva cappella di San Michele, mentre nella grande chiesa odierna si può isolare esattamente l’antico edificio romanico.
Infatti le tracce esterne di una chiesa antica, in seguito incorporata nella chiesa attuale più ampia, sono ben visibili sui lati: una linea di congiunzione che scende d’alto al basso e segna chiaramente la lunghezza; un’altra linea orizzontale di distacco fra il muro vecchio in terra battuta e la parte superiore in mattoni e pietre alternati, ne segna il limite dell’altezza.
L’antica chiesa romanica delle Monache Cistercensi era lunga la metà e alta circa i due terzi di quella attuale.
Di questo antico edificio romanico non rimane di caratteristico che il quadriportico all’entrata, poggiato su quattro colonne di arenaria con semplici capitelli senza ornamento: i pilastri che determinavano le campate, l’abside, il vecchio altare, la vecchia copertura, forse a capriate, scomparvero quando si pose mano al primo ampliamento del tempo nel 1553, con un lavoro di un certo impegno artistico, che intendeva completare l’antico edificio romanico del sec. XIII senza alternarne lo stile.
Ma gli Agostiniani, chiamati a Pozzolo all’inizio del 1600, volendo portare a termine i lavori già iniziati, riunirono in un unico vaso architettonico la parte nuova appena terminata, con la parte antica, rendendo la chiesa quasi rinascimentale: risalgono a quel periodo le lesene, i capitelli interni, il cornicione, gli archi.
Vi fu edificato anche un grande altare, dove si venerava la "Madonna delle Ghiare": una statua in legno piuttosto artigianale, ma di singolare fattura nel suo simbolismo, quantunque di poco rilievo artistico.
La Statua della Madonna fu ritirata dalla Chiesa quando l’edificio fu ridotto provvisoriamente a magazzino, e non vi ha fatto più ritorno.

Sarebbe buona cosa che la Chiesa di Santa Maria delle Ghiare riavesse la sua parte d’interesse per i Pozzolesi, e non solo per i Pozzolesi. Sarebbe cosa ancora migliore che il Monumento venisse reintegrato, per quanto possibile, ricollocandovi gli affreschi e il vecchio Simulacro della Vergine, insieme al grande quadro di san Bovo, come è stato fatto a Castelletto d’Orba nella vecchia Pieve di Sant’Innocenzo, diventata anch’essa Cappella del cimitero, dove sono ritornati, dopo il restauro e un lungo soggiorno alla Galleria Sabauda, gli affreschi quattrocenteschi che forse il medesimo Pittore della Scuola dei Bosilio aveva dipinto a Castelletto, come forse a Pozzolo.