La Chiesa della Santissima Trinità o dei "Battuti Rossi"

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Così Severino Ghezzi descrive in "Pozzolo 800" il suo amato paese, uno di quei campanili, forse il più sobrio, quello dell’oratorio dei "Battuti Rossi" situato tra la Via Trinità ed il viale Armano Oreste.
Era la chiesa dell’antica Confraternita di San Bartolomeo, della cui esistenza a Pozzolo, si ha notizia già sul finire del 1400.

Nota con nomi diversi, l’associazione era chiamata anche Compagnia della S.S. Trinità, aggregata a quella omonima di Roma, seguiva però la regola dei Disciplinati di Milano.
Gli affiliati vestivano una cappa rossa senza cappuccio, stretta ai fianchi da un cordone bianco; i dignitari portavano un mantello gallonato di velluto verde scuro.

Le Confraternite inizialmente si occupavano delle loro processioni di penitenza con flagellazioni a sangue. In seguito furono trasformate in Congregazioni a scopo religioso - caritativo e di culto.
La chiesa, a navata unica, è fiancheggiata da due cappelle intercomunicanti; l’effetto spaziale risulta misurato e unitario, le forme semplici e sobrie, le pareti chiare delimitate ed impreziosite da paraste a finto marmo rosso (rosso levanto) con cornici geometriche spezzate, ne collocano la probabile datazione in un periodo di transizione tra il Rinascimento e il Barocco.

Particolare è anche il sistema d’ingresso alla chiesa: i due portali che si fronteggiano sul lato lungo all’inizio della navata, permettono l’accesso da Via Trinità e "dall’Allea" (Leja). L’altare centrale è barocco nel gusto delle linee sinuosamente spezzate, realizzato originariamente con la tecnica del finto marmo come la balaustra, era sormontato da un prezioso crocefisso di cui rimane solo una foto negli archivi.
L’altare laterale sulla parete di sinistra è dedicato alla Madonna della Guardia: il complesso scultoreo realizzato in legno dipinto rappresentante la Madonna con il Bambino in braccio e il Beato Pareto, è un’immagine iconografica legata più alla devozione popolare che all’arte vera e propria. L’altare di destra è dedicato a San Sebastiano.

Si può ancora ammirare il primitivo Organo della chiesa di San Martino.
Nell’abside vi è un antico coro del 1600; vi erano anche due tavole in legno raffiguranti San Paolo e San Giovanni Battista. Delle tre tele "La Madonna col Bambino", "San Antonio da Paola", e "San Bartolomeo", è stato possibile restaurare solo le prime due, che attualmente per ovvie ragioni, sono conservate nella chiesa di San Martino.

Apparteneva alla Confraternita anche il famoso trittico Di Franceschino Bauxilio (1507) venduto nel 1894 per acquistare un baldacchino. Attualmente il trittico, comprato dalla Provincia di Alessandria, si può ammirare a Palazzo Ghilini e certo sarebbe auspicabile che potesse tornare a Pozzolo nella sua antica sede.

Oggi purtroppo l’antico oratorio denuncia chiaramente l’incuria del tempo ed ha bisogno di un adeguato restauro conservativo, per questo motivo ho deciso, sollecitato anche dalla Pro-Loco, di scrivere queste poche righe confidando nella generosità dei Pozzolesi e nella sensibilità dell’Amministrazione Comunale per poter, tutti insieme, far sì che il sacro edificio torni all’antico splendore.